Se c’è una cosa che tutti quanti abbiamo imparato dall’emergenza Coronavirus è che la sanità deve essere e deve rimanere pubblica, garantita dai finanziamenti pubblici e in grado di assicurare a tutti un servizio universale. Per questo è necessario che alla guida dell’assessorato alla Sanità della Regione Toscana vi sia una figura politica e non un tecnico, perché, appunto, occorre ora più che mai pensare al bene supremo della salute di tutti i toscani e non a principi aziendali e di riduzione dei costi o degli investimenti.
Una delle ragioni della vittoria del centrosinistra sulla destra è che la nostra sanità pubblica ha saputo fronteggiare l’emergenza coronavirus. I toscani, che l’hanno compreso, si sono perciò resi conto che buttarsi tra le braccia della destra avrebbe significato perdere questo patrimonio.
Certo ci sono parecchie cose a cui dovremo mettere le mani, a cominciare dalle liste d’attesa che vanno tagliate di netto, potenziando ancora di più la medicina del territorio e extraospedaliera. E’ necessario individuare soluzioni rapide per i medici specializzandi, affinché possano proseguire il loro percorso di formazione, inserendosi stabilmente nel mondo del lavoro. Così come è indispensabile prevedere idonee tutele per i familiari dei sanitari vittime del covid-19.
La sanità toscana ha bisogno di una guida politica autorevole ed esperta, per le scelte decisive ed impegnative che ci attendono nei prossimi anni, anche di fronte all’opportunità di accedere ai fondi europei, Mes incluso.