Politica, ORA!

L'associazione

Finalità dell'associazione

L’associazione Politica, Ora! nasce per un motivo sentito da molti. La crisi del Paese è prima di tutto politica. La mancanza di strategia e di progetto paralizza ogni iniziativa individuale e collettiva. Da qui l’urgenza della politica.

Soprattutto in questo momento drammatico abbiamo bisogno di un progetto condiviso per uscire dalla crisi economica causata dalla pandemia da coronavirus.
In questo quadro, l’associazione ha rilanciato il tema del riuso sociale dei beni confiscati alla mafia: risorse utili per far ripartire l’Italia che lavora, per dare prospettive concrete ai giovani e alle politiche ambientali.

L’associazione è stata fondata da Roberto d’Ippolito, avvocato di parte civile nel processo per la strage dei Georgofili, per promuovere lo studio, la ricerca, la formazione e l’aggiornamento culturale in ambito politico ed economico.

Se non vengono assegnati agli enti pubblici ed al terzo settore, i beni confiscati vanno venduti. Un enorme patrimonio, si stima del valore di 30 miliardi di euro, che non solo giace inutilizzato e che va in malora, ma che costituisce un onere ed una responsabilità per lo Stato.

L’Associazione propone di costituire una società veicolo a cui conferire la parte consistente dei beni confiscati, soprattutto gli immobili, non assegnati ed utilizzati. Vista la difficoltà nel collocare sul mercato questi beni, la società dovrebbe godere di benefici fiscali: compravendite esentasse (o quasi). La società veicolo, quindi, emetterebbe titoli che sono commerciabili sul mercato finanziario. Inoltre, la società potrebbe concede i titoli in garanzia alle banche, colla malleva di Cassa Deposito e Prestiti, per erogare finanziamenti ad operatori economici, soprattutto del turismo e del commercio; all’imprenditoria giovanile (specie alle donne imprenditrici), alla ricerca scientifica.

Perché è nata

L’associazione Politica, Ora! è stata fondata dall’avvocato Roberto d’Ippolito, avvocato di parte civile nel processo per la strage dei Georgofili per dare un contributo al riutilizzo dei beni confiscati alla mafia, per supportare le istituzioni che hanno l’obbligo morale di restituirli alla collettività. Secondo le stime più recenti quasi 32 miliardi di euro, 1,8% del PIL nazionale, sono stati sottratti alle mafie in questi anni. E secondo gli ultimi dati dell’Agenzia Nazionale beni sequestrati e confiscati alla criminalità (ANBSC) sono attualmente 17.727 gli immobili e 2.693 aziende in gestione alla stessa agenzia.

Mentre sono 16.446 quelli già destinati al riutilizzo insieme a 1.317 aziende. Ma accade spesso che sia le aziende che i beni immobili deperiscano nell’attesa di essere realmente riutilizzati e alla fine di questo lungo procedimento burocratico lo Stato e gli enti locali si ritrovino con
beni in pessime condizioni.